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19 febbraio, 2025

Categoria: REDDITI, VERSAMENTI

f24

A novembre 2019 avevo pubblicato un articolo dal titolo “Scusi dottore, ma quanto dovrò versare?”; ad oggi dopo 6 anni ci domandiamo quanto sono cambiate le cose. La domanda non è cambiata e i clienti rivolgono al commercialista la medesima domanda. Riproviamo a percorrere alcune semplici ipotesi per trovare la risposta. Ipotizziamo un contribuente persona fisica che inizia attività il 01 gennaio e poniamo che la scadenza del primo versamento sia il 30 giugno dell’anno successivo:

Artigiano: fatturato 140.000; costi deducibili per 40.000; reddito da tassare 100.000:

verserà € 87.323 (87,32% del reddito)

nei dettagli: saldo irpef e addizionali  35.982 + acconti 16.868 + Saldo IRAP 0.00 + Acconto IRAP 0.00 +   Saldo inps compreso fissi 24.457 + acconto INPS 10.016; seguirà secondo acconto al 30/11 pari a 26.884 per complessivi versati 114.207 ovviamente pari a 114% del reddito.

Professionista: soggetto INPS gestione separata, operante con privati senza r.a.: fatturato 140.000; costi deducibili per 40.000reddito da tassare 100.000:

verserà € 92.308 (92,30% del reddito)

Nei dettagli: saldo irpef e addizionali  37.990 + acconti 17.820 + saldo inps 26.070 + acconto INPS 10.428. Seguirà secondo acconto al 30/11 pari a 28.248 per complessivi versati 120.246 ovviamente pari a 120% del reddito.

Commerciante: fatturato 100.000; costi deducibili per 40.000; reddito da tassare 60.000:

verserà € 45.582 (76% del reddito)

Nei dettagli: saldo irpef e addizionali  17.842 + acconti 8.268 + Saldo IRAP 0,00 + Acconto IRAP 0,00 +   Saldo inps 14.457 + acconto INPS  5.015. Seguirà secondo acconto al 30/11 pari a 13.283 per complessivi versati 58.865 pari a 98% del reddito.

Artigiano: fatturato 100.000; costi deducibili per 70.000; reddito da tassare 30.000

Verserà € 18.019 (60,06% del reddito)

Nei dettagli: saldo irpef e addizionali  6.482 + acconti 2.940 + Saldo IRAP 0,00 + Acconto IRAP 0,00 +   Saldo inps 7.207 + acconto INPS 1.390. Seguirà secondo acconto al 30/11 pari a 4.330 per complessivi 22.349  pari a 74%.

Si noti che in nessuno dei casi sarebbe possibile adottare il regime di favore dei forfetari perchè in tutte le ipotesi viene superata la soglia di 80.000 (85.000 per il 2025) di fatturato.

Resta fermo che a commento degli esiti va detto che le ragioni di simili trasmodanti misure sono sempre dovute a molteplici fattori che giocano da leva finanziaria, facendo crescere i debiti impositivi quali: l’aggregarsi dei contributi previdenziali INPS, che oscillano tra il 24/26,07%, da sommarsi alle imposte dirette, con aliquota media dal 24/36%, da aggregarsi ad addizionali per circa 2%, misure che vengono tutte incrementate a loro volta dal primo acconto (circa 50% del dovuto).

Se poi considerassimo il secondo acconto la misura dei versamenti, può arrivare anche al 120% del reddito, traducendosi in una variabile insostenibile, giacché supera la misura stessa del realizzato, che dovrà rimanere, per assurdo, a totale disposizione delle sole obbligazioni tributarie da onorare pur non bastando.

Sempre con una punta di sarcasmo rimane valido il commento a suo tempo espresso: nessuno si sogni di chiedere poi “…ma io come vivo?” perché non è onere del fisco rispondere a simile interrogativo, totalmente occupato a combattere l’evasione, degna crociata condotta sin dal secolo scorso con il nobile fine di far pagare tutti meno, …i dati esposti rimangono a dimostrazione.

I.P.